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“Ho lavorato in cantiere, ho sentito il freddo pungente ed il caldo soffocante. Ho sentito le punte delle dita delle mani bruciare e sanguinare quando la malta di cemento le consumava. Mi sono tirato le martellate sulle dita, mi sono bucato i piedi con i chiodi, mi sono bruciato gli occhi con la malta. Ho pranzato “al sacco” nella baracca di cantiere con i miei compagni di lavoro. Ho lavorato sotto la pioggia incessante. Ho lavorato estati intere a costruire muri in sasso per più di dieci ore al giorno.
Tra i miei compagni di cantiere c’era chi mi insegnava il mestiere (il vero mestiere del muratore), chi le parolacce, chi a bere una birra o un grappino tutto di un fiato; chi mi spiegava come comportarsi con le donne.
Ho avuto compagni di lavoro di ogni provenienza: ticinesi, sardi, calabresi, siciliani, campani, bergamaschi, valtellinesi, operai dell’ex Jugoslavia, portoghesi, spagnoli, e tanti, tanti altri ancora…
Giovanni mi ha insegnato che il sole è l’amico dei poveri; Virgilio a non credere a tutto ciò che senti; Gaetano a lavorare pulito ed a tener lindi e pinti gli attrezzi; mio padre la dedizione e l’impegno per il lavoro; dai miei zii ho acquisito l’orgoglio di essere operaio; Pino mi hai insegnato come fare un buon caffè. Insomma, da ognuno ho imparato qualcosa, ma da tutti ho imparato l’umiltà ed il rispetto profondo per chi lavora nei cantieri.
Grazie a loro, alcuni oggi purtroppo non ci sono più, posso dire di conoscere profondamente il mondo delle costruzioni ed apprezzarlo in ogni sua sfaccettatura. Grazie anche a loro, oggi Mafledil è l’azienda che tutti conoscono.”
Mario Colangelo
Mafledil SA